La storia di Cingoli è molto antica, le origini risalgono ad epoca antichissima. Infatti, il colle su cui è ubicata la cittadina fu abitato sin dall’Eneolitico, circa 5000 anni fa. Nel IX secolo a.C. il territorio cingolano era abitato da popolazioni picene. Cingulum fu fondata nel III secolo a.C. occupando la zona dell’attuale Borgo San Lorenzo. Citata nel De bello civili di Cesare, la città fu fortificata e restaurata a proprie spese, intorno al 60 a.C., da Tito Labieno, cingolano, luogotenente di Cesare in Gallia. In età augustea, divenne municipium della tribù Velina, all’interno del V regio.
Si hanno notizie della presenza di una diocesi, con a capo il Vescovo Esuperanzio, nella seconda metà del VI secolo e di devastazioni da parte dei Goti e dei Longobardi.
Successivamente divenne feudo del vescovo di Osimo. Nella seconda metà del secolo XII, i cingolani fecero della città un libero comune. In età comunale, molto fiorenti furono le attività artigianali, commerciali ed anche artistiche. Dal XVI secolo Cingoli fu interessata da uno sviluppo economico ed urbanistico piuttosto rilevante e nel 1725, vista l’importanza acquisita, vi fu ripristinata l’antica cattedra vescovile. Nel 1829 Francesco Saverio Castiglioni, di nobile famiglia cingolana, divenne Papa con il nome di Pio VIII. Dal 1861 Cingoli entrò a far parte del Regno d’Italia seguendone tutte le vicende storiche e politiche.
Il territorio di Cingoli si estende per circa 150 km² tra la valle del fiume Musone e quella del Rio le Laque; è zona montuosa, con rilievi costituenti la piega dell'Appennino umbro-marchigiano detta appunto piega di Cingoli, di forma ellissoidale e con quote che arrivano agli 824 metri di Monte Acuto. Altri rilievi notevoli sono Monte Sant'Angelo, Monte Nero, Cima delle Piane, Pian dei Conti. La città sorge in posizione panoramica sul versante adriatico di tale gruppo montuoso e ha alle spalle la piega appenninica in cui svetta il Monte San Vicino (1479 m) con la sua singolare forma a trapezio.La formazione stratigrafica dei rilievi di Cingoli risale al periodo del Cretaceo superiore, con tipi litologici molto vari; l'intera area è ricca di boschi, rappresentativi di una flora molto varia, che abbraccia quasi l'intera fitodiversità della macchia mediterranea.Nel 1974 sono state istituite due aree protette: la macchia del Monte Nero e quella delle Tassinete, il cui nome deriva dalla presenza rilevante del tasso (Taxus baccata). Per quanto riguarda la fauna, alcune specie sono estinte da tempo come l'avvoltoio, altre dai primi anni del Novecento come l'aquila e la lontra. Le specie che popolano ancora il territorio sono il cinghiale, il lupo, lo scoiattolo, il ghiro, la faina, il riccio, la volpe, la donnola, la puzzola e alcuni uccelli di tipo rapace, corvidi, passeriformi e quelli che frequentano i corsi d'acqua.
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